Le dirette correlazioni tra l’andamento del tasso di dispersione scolastica e altri indicatori di ritardo di sviluppo e disagio, come il tasso di disoccupazione, l’indice di povertà e della partecipazione alla vita attiva del paese, non sono state ancora sufficientemente approfondite con analisi diacroniche dei rispettivi fenomeni, così come la diffusione dei modelli di azione per prevenire il precoce abbandono scolastico nelle aree del paese più colpite da questo fenomeno. Tuttavia, l’attenzione alle azioni di lotta alla dispersione scolastica va mantenuta alta e volendo fornire un contributo in tal senso il volume, partendo da una esperienza positiva maturata tra una rete di scuole e associazioni a Napoli, intende indicare la via ad analoghe esperienze e interventi nell’ambito della programmazione comunitaria 2014-2020.
Il primo capitolo, redatto da coloro che hanno ideato e attuato il progetto assunto a modello in questa pubblicazione, cogliendo il senso della lotta alla dispersione scolastica in una realtà complessa come i quartieri orientali di Napoli, trasmette quella passione che non può mancare in coloro che si ingaggiano in tale battaglia. Una lotta che spesso non dà risultati nel breve e dunque può scoraggiare, ma che, se perpetrata con costanza, può anche porre le basi per quell’equità intergenerazionale che andiamo cercando.
Il secondo e il terzo capitolo, invece, descrivono l’esperienza napoletana assunta a modello, cercando di fotografarla sia sotto il profilo quantitativo (il coinvolgimento dei soggetti target e non e dei soggetti strumentali, quali i genitori e i docenti) che qualitativo (gradimento e miglioramento delle conoscenze).
Il quarto capitolo, infine, presentando le linee guida per la realizzazione di una azione di rete contro la dispersione scolastica, pone le basi per una modellizzazione di azioni educative in aree di grave esclusione sociale, nella speranza, come si diceva, di spianare la strada a coloro che vorranno continuare questa lotta alla dispersione.
Dispersione che andrebbe intesa non solo nella accezione statistica e connotante i soggetti a rischio di abbandono del processo scolastico, ma anche nel senso di “dissipazione” di capitale umano, che ancorché impegnato nella istituzione scolastica, se non adeguatamente accompagnato nei grandi mutamenti che ci attendono, non sarà poi in grado di coglierne le opportunità. In questa accezione la lotta alla dispersione va immaginata anche interna al mondo della scuola ed ecco perché il quarto capitolo attribuisce grande centralità alle reti. Reti che devono accomunare istituzioni e persone attorno alla condivisione di una iniziativa a forte valenza sociale, connotata da una solida metodologia, ma anche da quella passione che i responsabili dell’azione in esame hanno testimoniato nel realizzarla.