Il binomio Cultura e Fisco rappresenta ancora oggi una pagina inattuata e controversa nel quadro economico e sociale del nostro Paese. L’Associazione Civita ha incaricato alcuni fra i massimi esperti del settore, coordinati dai Proff. Marchetti, Di Majo e Valentino, di analizzare questo rapporto seguendo le direttrici della scienza delle finanze, del diritto tributario e del diritto amministrativo, presentando in questo volume gli esiti della ricerca e alcune proposte prioritarie di revisione del sistema.
Il quadro istituzionale e normativo che emerge evidenzia come nel corso degli anni il Legislatore non abbia predisposto un sistema organico di incentivi fiscali, privilegiando piuttosto la strada delle “agevolazioni a pioggia”, spesso non coordinate tra loro.
Questo approccio, in parte condizionato dalla tradizione di intervento pubblico per la conservazione in Italia e rafforzato dalla mancanza di strategie di sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al mecenatismo culturale, ha dirottato le intenzioni dei donatori verso settori apparentemente più appaganti, quali l’assistenza sociale, la ricerca scientifica o la sanità. A ciò si aggiunge la tradizionale farraginosità e spesso eccessiva burocratizzazione del sistema agevolativo-fiscale.
Una migliore politica fiscale dovrebbe orientarsi verso una rivisitazione delle forme di agevolazione già esistenti (esenzioni, deduzioni e detrazioni) rendendo immediati ed incisivi gli effetti d’imposta, con procedure più indirizzate verso chiari obiettivi di sostegno al settore culturale. Andrebbero altresì potenziati i valori identitari connessi all’erogazione nell’ambito di un rapporto stretto e diretto fra luoghi della cultura e territorio.
Dal lato delle imprese, al di là della sponsorizzazione, si evince la mancanza nella vigente legislazione sia della possibilità di un ritorno di immagine a favore dell’operatore economico che eroghi contributi, sia del coinvolgimento dell’impresa nella scelta e nella gestione dell’iniziativa culturale cui essa intenda contribuire. Il mecenatismo culturale appare ancora inteso come una forma di contribuzione a fondo perduto, effettuata per mero spirito di liberalità. Anche lo strumento della sponsorizzazione culturale andrebbe consolidato, prevedendo una sua chiara regolamentazione in particolare sul fronte fiscale.
Nel quadro del neo “municipalismo” o “localismo”, grande rilievo deve essere attribuito al sistema della fiscalità locale, i cui nuovi strumenti, opportunamente rimodulati nell’ottica di un potenziamento del fattore culturale e introdotti a sistema, potrebbero generare preziose risorse aggiuntive per il settore.