Il sistema italiano di transizione scuola-lavoro non si è finora dimostrato capace di fornire agli studenti e alle giovani generazioni quelle competenze professionali e trasversali (soft skills) necessarie per garantire loro un rapido accesso nel mercato del lavoro. In particolare, gli istituti scolastici secondari di II grado non collaborano adeguatamente con il mondo delle imprese per avvicinare i loro piano di offerta formativa alla complessa realtà del tessuto produttivo nazionale, lasciando questo compito agli istituti di formazione professionale.
L’introduzione di metodologie e strumenti innovativi, capaci di coniugare l’apprendimento in aula con il mercato del lavoro, può, quindi, generare un impatto trainante in termini occupazionali e di valorizzazione del capitale umano. Alla luce delle novità della legge 107/2015 sulla “Buona Scuola”, nonché delle risorse previste dal PON Scuola 2014-2020, la ricerca “Alternanza scuola-lavoro e inclusione sociale: un’ipotesi di modellizzazione” mette a fuoco modelli di intervento “a rete” nel Centro-Nord, identificando le variabili della domanda e dell’offerta nel sistema scuola-lavoro che potrebbero assicurare una maggiore efficacia delle azioni messe in campo.
In questo ambito, viene in particolare presentata la best practices Common Goods, iniziativa finalizzata a sviluppare valori civici e competenze d’impresa, con un metodo innovativo e di raccordo con il tessuto produttivo locale di riferimento.