Coordinatori Proff. Luciano Monti, Carlo Carboni, Marco Spallone e Alessandro Pandimiglio.
L’indagine ha avuto come obiettivo quello di individuare una concreta via di crescita e sviluppo del sistema imprenditoriale della Provincia di Latina e di porre sul tavolo degli interlocutori istituzionali e delle altre parti economiche e sociali una prima strategia di marketing per il rafforzamento dell’attrattività del sistema produttivo locale.
Lo studio si è articolato in due fondamentali, autonome ma conseguenziali fasi / prodotti di ricerca, a tutto campo:
a) una prima parte finalizzata a formulare – dopo un’attenta lettura dei dati e delle risorse del territorio (estrapolate dalla documentazione esistente o raccolte mediante focus groups) – tutte le ipotesi di sviluppo possibili da un lato, gli strumenti finanziari a disposizione e le risposte e azioni attuabili dall’altro: al fine di individuare la via principale per l’uscita dalla crisi e poter percorrere strade nuove di sviluppo nella emergente economia di rete;
b) una seconda parte finalizzata – dopo approfondita analisi dell’offerta, della domanda e del posizionamento – alla valorizzazione dei punti di forza esistenti e a una strategia per l’individuazione dei fattori determinanti per aumentare lo sviluppo produttivo dell’area che si concretizzi in precise proposte.
Dalla ricerca sul sistema di imprese di Latina, sono emerse quali criticità, e quindi principali campi di intervento, il dialogo delle imprese con il sistema creditizio, l’utilizzo dei fondi comunitari e la nuova programmazione comunitaria, l’inoccupazione giovanile (una delle più alte d’Italia), i processi di ricerca e innovazione e la dotazione infrastrutturale (Latina è all’ultimo posto nel centro Italia).
Su queste criticità sono state delineate tre strategie di intervento:
- una strategia di attacco nei comparti con maggiore potenzialità di crescita, rivolta all’ampliamento dell’offerta turistica, alla valorizzazione dei prodotti del territorio, all’attrazione della domanda estera, al sostegno della ricerca e sviluppo;
- una strategia di difesa nei comparti maturi, tesa alla difesa delle quote di mercato nei rispettivi settori (chimico-farmaceutico e meccanico), al mantenimento dei livelli di occupazione, alla qualificazione del capitale umano, al miglioramento degli investimenti e al sostegno della capacità produttiva e di innovazione;
- una strategia sistemica per i comparti sociali e istituzionali, volta a creare un ambiente sociale e istituzionale attraente per l’attività di impresa, al sostegno della formazione, al mantenimento del capitale umano e alla cura della persona.
Le soluzioni individuate non vogliono sostituirsi alla pianificazione territoriale in capo alle amministrazioni competenti, bensì contribuire a risolvere le criticità emerse in chiave di partenariato con tutti gli altri operatori economici e sociali: ciò al fine di rendere loro disponibile una piattaforma di esperienze volta a ‘mettere a sistema’ le esigenze raccolte e le proposte formulate. Una sfida che non si può perdere, in vista del termine della programmazione UE 2007-2013, che ha visto impegnati oltre 1,7 miliardi di euro nella sola Regione Lazio (sono stati invece 12,9 miliardi nella Regione Puglia), e dell’avvio della nuova programmazione 2014-2020.