La fiscalità e i servizi locali nelle principali aree industriali del Lazio. I Rapporto

Il livello di fiscalità locale e le tariffe dei servizi degli Enti Locali sono fattori discriminanti della capacità del territorio di mantenere i capitali esistenti e di attrarre nuovi investimenti.

Il carico impositivo fiscale a livello locale costituisce, infatti, uno degli elementi cardine per valutare l’attrattività di un territorio comunale.

Con tale progetto, Unindustria vuole definire e costruire un processo finalizzato a fornire alle aziende che intendono investire sul territorio, con particolare attenzione alle start up, gli elementi cognitivi e di analisi per comprendere in termini di fiscalità, cosa esso possa offrire.

Le motivazioni che rendono un agglomerato industriale interessante per le start up sono argomentate anche dallo studio “Dinamiche di agglomerazione di startup innovative in Italia: oltre l’era dei distretti industriali” (International Entrepreneurship and Management Journal, aprile 2018), che evidenzia un impatto positivo sulla creazione di nuove imprese innovative in Italia, determinato dalla presenza e vicinanza geografica a un distretto industriale.

Questo risultato sottolinea che gli aggregati industriali a prevalenza manifatturiera e le startup innovative sono erroneamente considerati mondi lontani; al contrario, vi è una forte connessione tra piccole e medie imprese operanti nei distretti e le start up innovative, principalmente dovuta alla presenza di una forte cultura imprenditoriale radicata nei territori.

Di conseguenza, ragionare in termini di fiscalità locale per accrescere la competitività dei poli produttivi del territorio diviene un driver naturale per attrarre nuovi capitali con forte vocazione innovativa e, quindi, a più elevato valore aggiunto.

L’obiettivo dello studio è dunque individuare proposte concrete di politica industriale, per avviare, anche a Roma e nel Lazio, un confronto costruttivo tra imprese ed enti locali e favorire nuove pratiche e comportamenti virtuosi in grado di accrescere la competitività del territorio.

L’obiettivo della prima edizione del monitoraggio della fiscalità locale, con particolare riguardo ai tributi gravanti sull’attività d’impresa, è stato duplice.

Il primo è stato quello di individuare, in base alla normativa fiscale vigente e, quindi, per mezzo di un’analisi di tipo giuridico, i poteri dei Comuni nell’applicazione dei tributi locali e come essi vengono in concreto applicati.

Il secondo è stato quello di attribuire alle diverse aree industriali, mediante un’analisi quantitativa del territorio, un indice di attrattività che potesse rappresentare la qualità dei servizi forniti non solo alle unità produttive dell’area ma anche ai loro lavoratori e alla comunità locale nel suo complesso.

Una parte dell’indagine, dal punto di vista metodologico, è stata svolta mediante l’analisi dei seguenti tributi locali: l’Imposta Municipale Unica (IMU), il tributo per i servizi indivisibili (TASI), la Tassa sui Rifiuti (TARI), l’addizionale comunale IRPEF, il COSAP (canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche), la TOSAP (tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche), il CIMP (canone per l’istallazione di mezzi pubblicitari), l’ICP (imposta comunale sulle pubblicità) e il diritto sulle pubbliche affissioni (DPA). Si è ritenuto che tali forme impositive, nel complesso, rappresentino uno spaccato ampio e significativo della fiscalità locale.

Esse sono state analizzate con riguardo alla disciplina vigente per il periodo d’imposta 2019 e, per i casi di maggiore rilevanza (quali IMU e TARI, in considerazione delle rilevanti novità che le hanno interessate), è stato preso in considerazione il loro assetto anche per il periodo d’imposta 2020. L’analisi così svolta ha consentito di individuare lo stato dell’arte della normativa vigente, evidenziando, per ciascun prelievo, il presupposto, i soggetti attivi, i soggetti passivi, la base imponibile, l’aliquota o la tariffa, le riduzioni, le esenzioni e le maggiorazioni previste dalla normativa statale e, eventualmente, quelle che possono essere previste dell’applicazione delle potestà comunali.

Il passaggio successivo è stato, allora, proprio quello di analizzare il concreto esercizio di tali poteri per il periodo d’imposta 2019 da parte di un campione di Comuni della Regione Lazio (Pomezia, Civitavecchia, Anagni, Colleferro, Fiano Romano, Roma) analizzando i singoli Regolamenti comunali, le delibere e altri atti dei predetti Comuni relativi a ciascun tributo.

L’analisi svolta, sintetizzata per mezzo di apposite tabelle incluse in Appendice al presente lavoro, ha consentito di verificare se e in che modo la struttura e l’onerosità dei prelievi muti.

Il secondo obbiettivo, come detto, è stato quello di individuare una metodologia che permettesse di attribuire alle aree industriali del territorio un indice di attrattività per le imprese, partendo da un campione rappresentativo (per settore di attività e dimensione) di imprese attive nelle tre are campione. Indice che ha tenuto conto non solo della qualità dei servizi alle imprese e ai lavoratori, ma anche della allocazione delle risorse pubbliche da parte dei comuni interessati verso tali servizi e la loro attività progettuale indirizzata a tale scopo.

Il campione di rispondenti è stato selezionato tra le aziende delle aree industriali della Tiburtina, di Anagni e Santa Palomba e ha rappresentato il 10% sul totale delle unità produttive di Anagni, il 15% su Santa Palomba e il 7,22% su Roma Tiburtina e nel suo complesso poco meno di 14.000 lavoratori.

A supporto dell’indagine sono stati organizzati, a cavallo tra settembre e ottobre 2020, tre focus group con alcuni rappresentanti delle aziende di queste tre aree, al fine di illustrare le finalità dell’indagine, chiarire eventuali dubbi e acquisire ulteriori informazioni di contesto.

Tale rilevazione, insieme all’analisi sui tributi di cui si è sopra detto, ha consentito di quantificare il contributo delle aree industriali al territorio in cui operano, anche nella prospettiva di introdurre il tema del mismatch tra esborsi e ritorni in termini di servizi pubblici, che potrà essere oggetto di analisi successive. Nell’indagine a campione, è stata, infatti, rilevata la quantità delle risorse pro-capite destinate dai bilanci dei Comuni in esame per investimenti e spese correnti destinate a servizi per le imprese. Tale analisi ha contribuito alla determinazione dell’indicatore sintetico con una gradazione da –1 (giudizio largamente insufficiente, area assolutamente non attraente a +3 (giudizio ottimo, area attraente).

 

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L’analisi dettagliata dei comuni di Roma, Fiano Romano, Civitavecchia, Colleferro, Pomezia e Anagni è disponibile nell’appendice allegata