La legislazione italiana delle S.p.A. nel confronto con le altre legislazioni

- Coordinatore Prof. Gustavo Visentini.

Lo studio, avviato sul finire del 2013, intende offrire una proposta di riforma del diritto societario, che, partendo dall’analisi punto per punto della legislazione italiana, colga i raffronti con l’esperienza inglese, tedesca, francese e statunitense. L’avvio della ricerca è stato presentato in occasione del Convegno organizzato dalla Fondazione Bruno Visentini presso la Sala delle colonne della Camera dei Deputati il 10 febbraio 2014.

Secondo il paradigma tradizionale della s.p.a., l’efficienza del sistema economico di mercato vuole che l’attività del gestore dipenda da coloro che sopportano il rischio dell’affare (gli azionisti) e che, conseguentemente, la gestione sia orientata al profitto a remunerazione del capitale investito; spetta al legislatore, con diverse e specifiche discipline, proteggere i diversi valori ed interessi coinvolti nell’impresa.

Le problematiche emerse nell’attività di ricerca esortano ad un ripensamento del diritto societario che si inserisca nel più ampio tema dell’adeguamento del nostro ordinamento alle legislazioni più avanzate.

L’obiettivo vorrebbe essere una rappresentazione plurima e rigorosa delle diverse concezioni che, risultando da una maturazione sistematica delle idee e dal dialogo con molteplici interlocutori, consenta di cogliere meglio i problemi, le diversità ideologiche e politiche, giungendo a soluzioni ben argomentate e proposte nel confronto con la realtà della nostra economia, con la storia e con la comparazione tra gli ordinamenti.

I temi da sottoporre all’analisi sono molteplici ed è facile immaginare che altri emergeranno dalla discussione (ad es. cooperative, crisi di impresa, società a partecipazione pubblica).

Tra le soluzioni sinora delineate e riprese dalla letteratura, dalle esperienze comparate e dalle proposte di legge, si offrono al dibattito, fra le altre, le questioni inerenti l’esercizio dell’azione di responsabilità, la legittimazione all’impugnazione delle delibere assembleari, la denuncia dei soci, la convocazione dell’assemblea da parte delle minoranze, il conflitto di interessi degli amministratori, il dovere di vigilanza del consiglio di amministrazione, il cumulo di cariche in capo ai gestori, la revisione contabile esterna, la disciplina degli assetti proprietari, la tutela del mercato finanziario e il ruolo delle autorità di vigilanza.

Il criterio adottato è il seguente: riprendere l’originario testo del codice civile, pregevole per tecnica linguistica e dispositiva, e inserirvi le disposizioni realmente innovative apportate dalla Riforma, depurandola dalle parti che risultano ridondanti, in modo da esaltarne l’essenza dispositiva e la coerenza sistematica.

Pubblicazione della ricerca