Il progetto culturale e scientifico della Fondazione è quello di un organismo che vuole essere innanzitutto “fabbrica” di pensiero, di ragionamenti e di progetti in campo giuridico economico. Un “centro di idee” che diventano ricerca e che sia capace di promuovere i valori della cultura d’impresa, in quella simbiosi tra scienza e capacità di innovazione che era sia per Guido Carli, sia per Bruno Visentini il binomio sul quale si fonda un autentico sviluppo: inteso in senso non meramente consumistico ma come sviluppo sociale e progresso civile. Un genere di cultura consapevole delle responsabilità civiche e capace di gestire i sistemi complessi e di rinnovare continuamente il patrimonio di conoscenze.
I programmi di ricerca promossi dalla Fondazione sono in sostanza finalizzati a proporre una riflessione sul modello appena delineato e rispondono a due precise aspettative:
a) come vorrei che fosse “attrezzato” il nostro sistema-Paese per capacità, conoscenze, abilità, comportamenti;
b) come debbo orientare e sviluppare la mia strategia di ricerca, e le mie azioni, per contribuire a realizzare questo obiettivo.
In altre parole: stiamo andando, come Paese, qui e lì. Dobbiamo fare allora, di conseguenza, questa e quest’altra scelta a supporto dei bisogni riscontrati e delle direzioni prese.
Ciò che può consentire alla Fondazione di poter definire la propria missione e quindi il proprio posizionamento. Missione e posizionamento che sono quelli di voler costituire un’esperienza innovativa di rete e di “messa a sistema” nel campo della ricerca, che incrementi il patrimonio – oggi modesto – di idee guida sul sistema-Paese, in un’ottica internazionale. Un progetto culturale mirato ad integrare la dimensione giuridica con quella economica, sia sotto il profilo della ricerca di base, che non trova adeguato sviluppo in Italia, sia di quella applicata.
Alla base del lavoro della Fondazione è, infatti, l’analisi dei problemi giuridico economici di maggiore rilevanza per il nostro Sistema, comprensivo quindi sia dei soggetti profit, sia di quelli non profit. Un progetto scientifico finalizzato a generare ricerche di pubblico interesse basate sulla selezione di innovative aree di indagine, a stampo interdisciplinare e internazionale.
In questo quadro, la Fondazione agisce secondo alcuni precisi criteri e linee di azione:
a) una visione orientata alla pluridisciplinarietà e in particolare all’interdisciplinarietà tra law & business;
b) l’applicazione di questa visione a una missione nel campo sia della ricerca “pura” (non direttamente finalizzata cioè alla soluzione di specifici problemi), sia di quella “applicata”, per generare interventi alternativi in campo normativo/legislativo;
c) la valorizzazione, in conseguenza di questo carattere distintivo, dell’approccio storico-comparativo (per analizzare ad es. come identici problemi siano affrontati e risolti nei diversi Paesi europei);
d) l’attivazione di reti di ricerca a livello nazionale e internazionale per coniugare le migliori competenze disponibili: reti capaci di interconnettere imprese, soggetti non profit, università e ricerca;
e) la promozione dei contenuti, e soprattutto dei risultati, delle ricerche realizzate verso operatori istituzionali e professionali (perché possano avvalersene per le loro decisioni) ed anche verso un più ampio pubblico, colto ma non specializzato;
f) la formazione professionale e manageriale di giovani risorse in campo giuridico ed economico, consentendo loro di effettuare vere e proprie “prove tecniche di professione”.
La promozione della ricerca è affidata agli Associati della Fondazione, di diversa e composita provenienza. La Fondazione delinea i programmi e seleziona le ricerche attraverso un Comitato Scientifico di docenti universitari che assistono il Consiglio di Amministrazione nelle convenzioni con Università e Centri di ricerca italiani e stranieri con i quali viene svolta l’attività di ricerca, per materie e in un arco temporale definito.
Sono tre i principali aspetti strategici delle attività di ricerca della Fondazione Bruno Visentini:
- Il primo è il peso che – accanto alla ricerca applicata – ha la dimensione della ricerca pura. In un contesto come quello italiano, caratterizzato da scarsi investimenti sia nella ricerca pura sia nella ricerca applicata, un compito fondamentale ha la ricerca di base, là dove suo compito primario è quello di seguire istituzionalmente una serie di settori, al fine di individuare quelle basi di conoscenze tecnico-scientifiche che sono indispensabili a sviluppare modelli innovativi, anche in campo giuridico-economico. Questa ricerca “fondamentale” ha come obiettivo primario proprio l’avanzamento della conoscenza e la comprensione teorica delle relazioni tra le diverse variabili in gioco in determinati processi. Solo apparentemente non ha uno scopo pratico, ma quasi sempre i suoi risultati hanno invece ricadute applicative inaspettate.
- Il secondo aspetto concerne la dimensione della ricerca comparata. Basti pensare, in campo giuridico economico, al “diritto societario”. Fondamentale è lo sviluppo di uno studio e di una ricerca comparati per analizzare come identici problemi siano risolti nei vari Paesi europei. E, proprio in quest’ottica è ad es. emblematico l’annuale appuntamento di Orvieto del Ceradi della Luiss, che affronta non la disciplina tout-court, ma tutti i problemi alla base dello del singolo istituto per vedere poi questi principi e modelli come si sviluppano nella pratica.
- Terzo aspetto è quello delle reti che interconnettono università e ricerca: una delle variabili più importanti per lo sviluppo è, infatti, nel legame tra sistema università e sistema ricerca e poi anche nel legame di questi due sistemi con il sistema delle imprese. Politiche attive di sostegno alla ricerca, infrastrutture specializzate per la ricerca stessa e una solida ricerca di base decentrata su tutto il territorio nazionale, sono fattori primari per generare innovazioni in tutti i campi.
È essenziale, a tal fine, connettere e mettere a sistema università e centri di ricerca, mondo della ricerca e mondo delle imprese, grandi imprese e PMI. L’Italia ha, infatti, straordinarie potenzialità scientifiche che possono essere messe pienamente a frutto solo attraverso un grande progetto in cui le infrastrutture scientifiche non profit si connettano, nel rispetto dei reciproci ruoli, alle imprese for profit, per far crescere il nostro Sistema Paese in Europa e a livello internazionale.