Latina: la città che vorremmo nel 2030

COMUNICATO STAMPA

OGGETTO: “LATINA: LA CITTA’ CHE VORREMMO NEL 2030”

Lunedì 5 giugno a Latina (presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico G.B. Grassi), con i Patrocini del Comune della Città e della locale Camera di Commercio, si è tenuto il Convegno “LATINA: LA CITTA’ CHE VORREMMO NEL 2030”, organizzato dal ClubdiLatina in collaborazione con la Fondazione Bruno Visentini nell’ambito del “Festival dello Sviluppo Sostenibile”, iniziativa promossa su tutto il territorio nazionale dall’“ASVIS-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, (di cui FBV è socia).

Hanno introdotto i lavori il Sindaco di Latina Damiano Coletta e l’Amministratore delegato della Fondazione Bruno Visentini Alessandro Petti. La Relazione-base sul tema è stata svolta da Luciano Monti, Condirettore scientifico Fondazione Bruno Visentini e Docente LUISS. Sono intervenuti, moderati dal Presidente del ClubdiLatina Paolo Marini: il Presidente di Unindustria Latina Giorgio Klinger, i Segretari Generali della CGIL Frosinone e Latina Anselmo Briganti, della CISL Latina Roberto Cecere e della UIL Latina Luigi Garullo, Bernardino Quattrociocchi, Docente Economia e Gestione Imprese dell’Università La Sapienza-Roma e uno Studente del Liceo G. Grassi di Latina.

Nel Convegno sono state affrontate le prospettive di sviluppo sostenibile di Latina nell’ottica di una città-capoluogo – una delle oltre 90 città di piccole-medie dimensioni del nostro Paese – stretta tra le strategie delle grandi aree metropolitane e le preoccupazioni che sostengono lo sviluppo rurale.  In questo quadro sono stati analizzati vantaggi e svantaggi delle possibili “vie” finalizzate ad assicurare il benessere economico e valorizzare il capitale umano (soprattutto dei giovani), sociale e storico-culturale di un centro urbano: le Smart cities, gli Smart villages  e una terza via, riservata a quelle città, come Latina, che per loro dimensione, ruolo e collocazione si candidano a essere ‘poli di sviluppo locale’:  un approccio finalizzato a dare applicazione agli obiettivi declinati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel 2015 da tutti Paesi membri dell’ONU.

In particolare l’obiettivo previsto dal Goal n.8: Buona occupazione e crescita economica” – che vede la Fondazione Bruno Visentini tra i coordinatori in Italia in seno all’ASVIS - delinea lo sviluppo sostenibile soprattutto attraverso un’ulterioreterritorializzazione” dei centri urbani di piccole-medie dimensioni, puntando proprio sui ‘poli di sviluppo locale’: realtà nelle quali livelli più elevati di produttività economica di un territorio e la loro competizione/integrazione con le aree metropolitane di riferimento non sono basati tanto sul comparto dei servizi (ad eccezione per quelli legati all’accoglienza), quanto sui settori ad alto valore aggiunto e ad alta intensità di manodopera e sul settore agro-alimentare, nel quale proprio la realtà pontina esprime vocazioni specifiche e rilevanti eccellenze. Aree dove sono forti le sfide, ma anche le opportunità (v. ad es quelle aperte dal sistema digitale “5 G”).

È una strategia diretta a dare risposta alla domanda sociale che la popolazione esprime, in particolare quella più giovane: buona occupazione, soluzioni abitative, trasporti pubblici e, fondamentale, offerta culturale: per la quale l’Agenda 2030 invita a elaborare e attuare politiche di promozione del turismo sostenibile che creino posti di lavoro e promuovano i prodotti locali.

A tal fine risultano determinanti il ruolo aggregante e identitario del polo urbano di riferimento di un dato territorio e politiche partecipative che facciano cooperare la popolazione del capoluogo con i rappresentanti dei comuni minori: un ‘polo di sviluppo locale’ cioè che, da un lato, attrae dalla cintura extraurbana e dall’altro si integra e sviluppa assieme alle piccole comunità di cui è il centro di riferimento.